Che succede quando un musicista deve fare la copertina del disco e si presenta con una foto già bella e fatta?
Ecco, me lo chiedevo pure io, fino a qunado non mi sono ritrovato in questa situazione.
Davide Rasetti è un compositore che, in collaborazione con la ballerina Rebecca Rastelli, ha realizzato un’opera che mescola danza e musica. Detta così verrebbe da dire “bello eh, ma che ce ne viene a noi?“, aspettate.
Davide, grazie al consiglio di Davide Verticelli, si presenta in studio con il suo pre-master (anteprima ancora non del tutto completa, credo) del disco, tante idee, la giusta dose di spensieratezza e una foto (in realtà c’era anche Rebecca, ma costruire la frase al singolare è più facile oh).
Davide e Rebecca mi spiegano qual’è il concept del disco/spettacolo, come è nato e dei vari spettacoli che stavano provando ad organizzare (se contate che di mezzo c’era la pademia capirete che non era proprio un gioco).
Poi, ecco la sorpresa, mi dicono “ci sarebbe una foto che abbiamo realizzato con una nostra amica, ci piacerebbe molto utilizzarla in copertina”, qui iniziano i sudori freddi.
Le domande si accavallano tutte insieme nella mia testa: e se è piccola? – e se fa cacare non è ben composta? – sarà scattata con il telefono? – è raro che diversi criteri di una foto ben fatta e funzionale al progetto vengano rispettati e centrati in una fotografia non pensata e realizzata da una persona del campo.
Ma contro ogni preconcetto la foto era giusta per l’occasione, parlava di loro, dell’idea di leggerezza, di aria fresca e nuova.
Il mio (si fa per dire in questo caso) intervento è stato più creativo che operativo.
Attraverso la tecnica del collage ho realizzato una cornice/inquadratura che sottolineasse la foto e che potesse ampliare i possibili piani di lettura dell’opera.
Come si fa un collage digitale? Semplice, con forbici, colla e elementi da incollare digitali.
Ho scansionato tutto ciò che credevo potesse fare al caso mio, carta strappata e piegata, lettere prese da un quotidiano e anche elementi che poi non ho utilizzato.
Mentre per le illustrazioni sono ricorso ad uno degli strumenti più interessanti dell’internet, le immagini rilasciate con licenza CC (creative commons).
Ho preso in prestito i disegni di John James Audubon (lui era un genio secondo me, vi lascio qui un link per approfondire) per dare un tocco di classicità ed eleganza al tutto, senza snaturare la semplicità generale della composizione.
Ah, il tutto è condito (e bilanciato) una dose generosa del mio ingrediente segreto preferito, il bianco, o meglio, lo spazio vuoto.
La copertina è pronta dato che la pubblicazione di questo album è digitale, niente stampa, per quelli come me è quasi inconcepibile.
Allora mi sono detto, perchè non espandere questa idea di leggerezza e movimento ulteriormente? Basta poco, due colpi qua e la e il canvas (funzione di Spotify) è bello e pronto.
Che poi, se la stampa esce dalla porta, si sa, rientra dalla finestra; infatti lo step successivo è stato adattare l’impostazione grafica generale al materiale per promuovere gli spettacoli, quindi vai di immagini per post Facebook e Instagram, e poster A3 e 70×100.
15/09/2021